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FORMAZIONE

IL CASO EMBLEMATICO DI RICCARDO GENOVESE

La prossima stagione il giovane pilone destro Riccardo Genovese dalle Zebre si trasferirà a Treviso. E’ un classe 2002,  da due anni all’Accademia delle Zebre ed ha disputato una splendida stagione da titolare nella nazionale U20 : tre vittorie nel Sei Nazioni 2022 con vittoria sull’Inghilterra.

In questi due anni di “parcheggio ” a Parma, Riccardo ha giocato la bellezza di 201 minuti.

In questo numero sta tutto il problema della formazione dei ragazzi italiani che escono dalla nazionale U20. A vent’anni giocano alla pari con i loro coetanei del Sei Nazioni, anzi meglio di molti di loro, in molti casi, e poi tutto si ferma e si cristallizza.

Ora il Genovese andrà alla Benetton, quindi o la Benetton ha dei pessimi tecnici e talent scout che mettono sotto contratto un giocatore senza prospettive, oppure ciechi e inadatti lo sono alle Zebre.

Oppure solo noi riteniamo che non esiste un percorso formativo corretto per i ragazzi ventenni italiani.

Certo, esistono i fuoriclasse (Menoncello, Garbisi, ) che trovano spazio e attenzione, ma esistono anche i giocatori con alto potenziale (Genovese è uno di questi) che necessitano di un percorso formativo personalizzato per crescere e performare.

Il compito delle Accademy dovrebbe essere questo.

(tratto da Fratelli di Rugby di Ludovico Guarneri) 

Il commento di Stefano Franceschi Il Nero 

Mi permetto di aggiungere il mio commento alla corretta e condivisa opinione di Ludovico, sempre attento e chirurgico nelle sue deduzioni.

Il “caso emblematico” non solo rivela la nebbia che negli ultimi anni ha avvolto il reale compito delle accademie, ma anche quello delle cosiddette franchigie. Non occorre uno stratega per individuare fra le due costose squadre di professionisti italiane una diversa “destinazione d’uso”, un esempio “emblematico”: una può vincere con 12 stranieri in squadra (accade, andate a controllare) l’altra può anche perdere ma tenere i ragazzi in tribuna.

Il nostro sistema attualmente poi “impone” che un ragazzo a 19 anni debba essere già “ok”, se la sua formazione si completa a 22 o 23 è già dimenticato da tempo.

Quindi l’altro tema irrisolto è anche la destinazione d’uso di questi due team, che spesso cambia, ahimè, anche nel corso della stagione e a secondo del vento che tira o delle convenienze politiche. Ad esempio, ecco una domanda senza risposta: le franchigie sono nate per vincere o per formare ragazzi per la Nazionale? Perchè, lo abbiamo capito da tempo, le due cose non stanno insieme.

Quindi perchè ci sono queste “franchigie”? Una risposta “vera” è difficilissima. Ci si lasci però aggiungere che un pezzo di questa arriverebbe direttamente al necessario allargamento dell’Alto Livello, ovvero alla mancanza di un campionato interno che possa, sappia, sviluppare questi prospect, dare reale spazio ai vari “genovese”. Ma il continuo stato di belligeranza con i Club (in particolare quelli della Elite) da parte della dirigenza FIR non va certo in questa direzione.

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