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FORMAZIONE

PRIMO NON PRENDERLE

Peschiamo il titolo dal calcio, una spettacolare frase dell’indimenticabile Enzo Bearzot, CT della pallatonda azzurra in quei bellissimi Mondiali del 1982 vinti in Spagna dai nostri colori. Lo ha detto lui: “Primo non prenderle, secondo l’imperativo è vincere, non c’è un terzo punto che hanno detto tutto i primi due“.

Primo non prenderle significa “difesa” e, portando il tutto ai giorni nostri ma su un campo da rugby, è proprio la difesa la vera protagonista del nostro sport oggi, e, ci sorge spontanea la domanda a tutti coloro che mangiano rugby da tanto tempo: lo avreste mai detto?

Nel calcio lo hanno chiamato, in tempi meno sofisticati, “catenaccio”, era una difesa durissima una specie di modulo 1-10 e ci possiamo scherzare su ma oggi è il modulo del rugby union.

Nel rugby union si vince con la difesa e, solo per restare negli ultimi sprazzi di rugby ma potremmo andare anche un po’ indietro per dimostrarlo, lo fa il Sudafrica ai Mondiali, lo fa la Benetton in questo ottimo avvio di URC, lo fanno le big di Serie A Elite e soprattutto il sorprendente Viadana che collezione risultati top esibendo una difesa durissima.

Eppure il “primo non prenderle” poteva essere un sillogismo calcistico, ma uno sport di combattimento come il rugby ci aveva abituato, ai tempi andati, che prima di tutto c’era l’attacco, combattere all’inizio era quello, insomma la macchina del rugby del passato che diceva di fare punti oggi si è chiusa sul tema che prima di tutto non li devono fare gli avversari.

Aver preferito la difesa è stata una pura scelta della federazione internazionale attraverso regole e raccomandazioni varie ma è stata anche una tendenza di un rugby che puntava sulla velocità e, ad un certo punto, ha preferito soffermarsi a ragionare di più, invece che su come usarla, su come fermarla.

E’ così che abbiamo (ri)scoperto che il placcaggio è il gesto tecnico più difficile, che pochi lo sanno fare davvero, che in passato lo si guardava poco ma che ora, avendo assunto il ruolo di momento leader del rugby, doveva essere curato di più. La cosa è forse sfuggita di mano e la Federazione internazionale ha dovuto sfornare regole e raccomandazioni a iosa proprio sul placcaggio, limitazioni ed indicazioni. Fino ad arrivare ai noti recenti cartellini gialli e rossi sparati a go go.

Però,  fra le tante, una nota positiva va raccontata: le difese oggi sanno fare avanzamento. E’ una delle cose spettacolari del rugby di oggi, vedere una difesa che avanza o, meglio, costringe all’arretramento l’attaccante. Sempre di più i Coach si stanno organizzando intorno a questa eventualità, non basta fermare bisogna avanzare. Così la difesa riesce ad essere “attacco” quando nel suo esercitare pressione diventa parallelamente continuo tentativo di conquista di spazio e palla: questo è puro spettacolo.

Nel nostro massimo campionato nazionale negli ultimi anni uno dei team più vincenti, è stato proprio il Petrarca di Andrea Marcato che più di tutti ha puntato e poi vinto molto con la difesa; per questo è stato anche oggetto di molte critiche (anche da qui), per la mancanza di un “fa-punti” che compensasse l’ottima fase di “primo non prenderle”. In realtà il giovane Coach trevigiano ha sempre cercato di portare la sua squadra al top nel gioco difensivo fin dalla prima giornata per poi acquisire l’attacco nel corso del campionato: più “primo non prenderle” di così.

Stiamo vivendo una delle tante stagioni del nostro sport e questa è tutta per la difesa; negli stadi l’azione più acclamata continua ad essere, per fortuna, la fuga dell’ala o l’angolo di avanzamento del centro, tutte cose che sanno di attacco, ma quello che si vede di più è il muro difensivo, facciamocene una ragione e cerchiamo di capirlo ed apprezzarlo.

E allora avanti con la stagione del “primo non prenderle” che tanto c’è sempre il bearzottiamo secondo punto perchè, alla fine, è oltre quella linea là in fondo che si deve andare. Meta!

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