Simone Ragusi l’anno prossimo si batterà per i colori dei Cavalieri Prato e fino a qui non ci sarebbe nulla da sottolineare se non fosse la storia di questo giovanissimo rugbista a parlare da sola. Infatti Simone Ragusi, originariamente un numero 10 della ASR Milano,
rientra in patria dopo la formazione presso la Accademia degli Ospreys. Un giovanotto di belle speranze che è riuscito anzi è meglio dire che “ha potuto” prendere la strada della illustre scuola gallese per formare le sue potenzialità da chi il rugby lo insegna al mondo. Simone Ragusi è un piccolo esempio di come la formazione dei nostri giovanotti del rugby non possa prescindere dai “maestri del rugby” che dove stanno si sa. Le nostre Accademie contengono bravissimi ragazzi ed anche i loro coach sono degnissime persone anche se, purtroppo, non escono da accademie neozelandesi, inglesi e gallesi: la formazione dei formatori pare essere ancora un capitolo oscuro nel nostro rugby.
Su QS oggi è Giorgio Sbrocco che dice
:” Il percorso di formazione del giovane Ragusi presenta alcune peculiarità che ne fanno un modello da seguire per molti giovani che arrivati verso la fine dell’esperienza nel settore giovanile, non vengono selezionati per il gruppo élite dell’Accademia federale di Tirrenia e decidono di imboccare la strada della formazione all’estero per presentarsi, preparati, all’eventuale chiamata di formazioni professionistiche“. Certo che si ma non solo, secondo me, ma Giorgio aggiunge: “
Fino ad oggi i costi economici sono risultati a totale carico delle famiglie. Sarebbe auspicabile….che in una tale progettualità entrassero i club, meglio se sostenuti da realtà economiche e finanziarie espressione del territorio di appartenenza” Bravo bravissimo ma diciamola tutta e magari qualcosa in più: è la FIR, penso io, la prima “realtà economica espressione del territorio” che deve mettere in cantiere questa operazione tramite i club verso il resto del mondo. L’ho già detto, non c’è solo il Simone Ragusi di turno, ci sono giovani e vecchi coach che vanno aiutati a varcare i confini verso qualcosa che deve essere molto di più di un intenso corso di aggiornamento.
Su questo blog ho scritto poco tempo fa “
Vediamo allora cosa accadrebbe se, razionalmente….una Società o un gruppo costruissero una via alternativa per portare avanti il loro progetto di formazione, magari interagendo strettamente con club stranieri, francesi di TOP14 o di Premiership inglese. Può quindi accadere che nasca una Leicester School Of Rugby a Rovigo o a Padova o a Milano, Roma?…..”
In bocca al lupo Simone, dacci sotto.