I soliti non volevano che facesse nemmeno il Presidente del Comitato Regionale Veneto quattro anni fa, dicevano che non poteva farcela, invece fu eletto, è riuscito nel suo compito ed è andato tutto davvero bene. Marzio Innocenti è un tipo che prende le sue sfide maledettamente sul serio, se ci crede ti regala se stesso e non lascia indietro nessuno, un capitano insomma. Possiamo pure tornare un po’ indietro, a quel 22 maggio 1987 quando il Marzio guidò gli azzurri ad Auckland nella prima partita mondiale dell’Italia proprio contro gli All Blacks, ecco lo spirito da dove viene, quel Marzio è lo stesso di oggi, però quella è storia, ora Marzio Innocenti si occupa di futuro.
Marzio Innocenti è candidato alla Presidenza della FIR, lo hanno proposto moltissime Società e dirigenti ovali che si sono dati anche un proprio coordinamento denominato “Pronti al Cambiamento”
Quella di “Pronti al Cambiamento” è una storia fatta di incontri su base territoriale, di uomini e donne del rugby riunite in commissioni di analisi sul nostro sport, dibattiti interni, a volte accesi, intensi… rugby insomma. Alla fine di tutto questo immenso lavoro ne è nato un programma perchè, pensano quelli di Pronti al Cambiamento, un Presidente vero è tale solo se racconta una idea concreta e realizzabile, ha una sua visione chiara ed equilibrata del futuro dell’ovale, ha persone che possano realizzare con lui il progetto, una squadra insomma, altrimenti non è rugby, non è neanche tamburello, non è proprio sport. La FIR è invece una federazione sportiva, serve ricordarlo.
Marzio Innocenti è il “capitano” di questa squadra, dice lui:” Non sono da solo in questa sfida, non sono il classico “uomo solo al comando”, al mio fianco c’è una squadra che abbiamo costruito negli anni, una squadra che ama il rugby e che ha le idee e le professionalità per realizzarle. Il nostro programma è completo, innovativo, serio, ed è stato costruito con grande impegno e prudenza”. C’è di mezzo anche la prudenza perchè il rugby italiano è seriamente in brutte acque, fra progetti di crescita falliti ed il bilancio federale in profondo rosso, senza un proprio vero campionato di vertice, con una verticalizzazione infruttuosa degli ambiti giovanili che sta facendo danni, con seri problemi fra la classe arbitrale ed una mancanza endemica di risorse economiche fra le Società, il rugby italiano non se la passa bene. Allora la prudenza diventa un plus.
Avere un programma autentico ed ampiamente condiviso è evidentemente anche un modo per andare oltre i personalismi perchè al rugby serve un vero Presidente, un Presidente di tutti. Questo è quello che ci vuole, le promesse a suon di “contributi economici” e pacche sulle spalle non fanno grande il rugby e non rendono ricchi i club italiani, nessuno, neanche chi incassa la decima. Questi ultimi quattro anni stanno lì a dimostrarlo.
Ecco allora che, alla base della candidatura di Marzio Innocenti c’è un solido programma che parla di “club al centro della progettualità federale”, presenta una dettagliata proposta di riforma dei comitati regionali propendendo per un serio decentramento, parla di Piano nazionale per l’impiantistica, dove si può porta le accademie a casa dei club e non viceversa, parla di “formazione dei formatori”, propone una seria ri-organizzazione dei Campionati, la costituzione delle Leghe delle società, una programmazione per l’Alto Livello ed un modello sicuro di gestione dei giocatori di tutti i livelli.
Marzio Innocenti dà poi un’altra indicazione chiara:”i bilanci federali debbono servire esclusivamente alla crescita del movimento, e devono essere liberamente consultabili da tutti, di modo che siano chiare le strade che si percorrono per raggiungere tale crescita”. Perchè, sembrerà pazzesco, oggi tutto questo non c’è.
Marzio Innocenti ha dimostrato di essere un uomo affidabile ma, se vogliamo uscire drasticamente dalla logica del personalismo, allora questo indubitabile pregio può ancora non bastare. Non solo lui come uomo e come sportivo è affidabile ma anche la sua candidatura lo è . Ha una vera squadra ed un vero programma, entrambi nati nei lunghi giri sul territorio e per questo è una candidatura non contro qualcuno o qualcosa ma parla per lo sport e per il rugby e mette davanti a tutto il rugby. Perchè, sembrerà pazzesco, oggi tutto questo non c’è.
Il Nero il Rugby appoggia la candidatura di Marzio Innocenti alla Presidenza della FIR. Basterebbero tutti i motivi di cui sopra per dare questo sostegno ma c’è ancora un particolare, una questione che vale, dice spesso Marzio Innocenti:”Dico ciò che penso e faccio ciò che dico. La mia storia di uomo e di sportivo parla per me.”
Perchè anche l’uomo conta. Forza Rugby !
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