John McKee
Questione di giorni, pochissimi, sarà tempo di Test Match, anche per l’Italia. Nel panel degli incontri però se ne scova uno davvero particolare, l’Australia che ospita a Melbourne le Fiji non è un match come tutti gli altri.
Poche settimane fa la World Rugby ha approvato il piano per restringere le regole della eleggibilità, giocatori non nativi della Nazionale in cui giocano che vi accedono per varie regole fra le quali quella di residenza per permanenza sportiva nel paese straniero. Da queste parti si è fatto un bell’applauso a questa scelta portata avanti in particolare dal Vice-Presidente della organizzazione mondiale del rugby l’argentino Augustin Pichot.
Uno dei paesi più sacrificati e martoriati dalle attuali regole della eleggibilità sono proprio le Fiji, se i suoi giocatori che militano nelle Nazionali europee (pensate alla “magica” Nazionale francese ad esempio…) o in quelle delle potenze del Pacifico giocassero con il proprio paese Fiji avrebbe forse un posizionamento nel ranking da far paura. Insomma la partita Nuova Zelanda vs Fiji potrebbe diventare una vetrina da campione mondiale di incassi.
Nulla di nuovo quindi che sul fronte australiano che affronterà le Fiji nel test Match ci sia una bella serie di giocatori nativi delle isole ma che vestono la maglia gialla. Niente di nuovo ma quest’anno il loro numero è anche alto, altro sintomo della pesante crisi che attraversa il rugby a 15 australiano precipitato nelle preferenze sportive dei suoi cittadini al 24° posto con soli 57.000 ragazzini a praticarlo, meno della metà di quelli che fanno Rugby League e 1/7 di quelli che giocano il rugby “aussie”.
In tutto questo scenario ha avuto buon gioco il Coach delle Fiji John McKee ad apostrofare pesantemente e senza mezzi termini i fijiani che giocano con l’Australia nel Test Match. Planet Rugby riporta che McKee ha voluto evidenziare come la pressione per il match sarà tutta su di loro perchè sono loro che “stanno giocando contro il proprio paese“. Sereno e diretto. Incontestabile.
Le cronache raccontano che Henry Speight, Tevita Kuridrani, Marika Koroibete e Sefa Naivalu non hanno potuto che incassare ma non senza soffrire perchè Coach McKee ha rincarato ancora la dose:” Non è come giocare per l’Australia contro la Nuova Zelanda o chiunque altro. In questo gioco, conoscendo il popolo fijiano e ciò che significa per loro rappresentare la loro gente e le loro famiglie … metterà un po ‘di pressione mentale sui Fijiani che giocano per l’Australia. Stanno giocando per l’Australia contro il proprio paese“.
Fra tutti i fijiani che giocano per l’Australia ci piace qui ricordare la faccia di bronzo di Koroibete che ha giocato e rappresentato il suo paese, le Fiji, in Rugby League ma poi ha cambiato specialità ed ora fa l’australiano nel rugby a 15. Un cambio per passione o per chiamata? Koroibete ha abbandonato il rugby a 13 solo nel 2016 ed è entrato subito nella Nazionale australiana a 15 grazie ai suoi 4 anni di residenza mentre giocava al League nel campionato australiano (ma con le Fiji in Nazionale).
A difendere i fijiani contro gli strali di McKee ha preso la parola il grande nazionale australiano Tatafu Polota-Nau, lui davvero cittadino australiano, per nascita, anche se di origine tongana. Qualcuno a Suva avrà pensato che farsi difendere da un “tongano” non è il massimo e che Tatafu avrebbe potuto pensare ai casi suoi.
Test Match dai risvolti “mondiali” quindi Australia Vs Fiji per motivi, tattici, tecnici, politici, i media lo annunciano come match super-divertente e su questo non ci sono dubbi, la vedremo.
.