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MEDIA & SPORT

ANTONIO&VITTORIO E LA ESPANSIVITA’ DESAPARECIDA

Vittorio Munari & Antonio Raimondi

“Questa è una cosa grave”. Ecco, questa è l’espressione di massima disapprovazione che il duo del rugby in video Antonio Raimondi e Vittorio Munari si concede quando gioca l’Italia. La papera fatta in campo dai nostri giocatori in azzurro deve essere però di quelle “grosse”, cicciona come il giovedi di Carnevale e solo allora parte, forse, “la cosa grave”, ma c’è anche l’alternativa ed è un magico ma pulitissimo attimo di silenzio. Antonio&Vittorio sono stati colpiti dal politically correct ovale? 

A scanso di equivoci diciamo subito che quel duo è il miglior compagno dei nostri viaggi nel rugby in TV, vale anche in questa occasione ripetere che a loro dobbiamo moltissimo, non solo per la loro alta professionalità, la loro grande competenza tecnica ma anche per la loro pura passione per il gioco del rugby, la capacità di guardare il rugby sempre divertendosi e la voglia smisurata di trasmettere tutto questo anche agli altri. I due, non più dei ragazzotti, ormai hanno fatto la storia, hanno moltissimi estimatori e qualche detrattore ma da queste parti ci si annovera nella larga schiera dei primi.

Resta il fatto che i nostri due, sempre di più, fanno le telecronache dell’Italia in “gessato stretto”, evitano commenti che risultino troppo scomodi, se i nostri giocatori in azzurro (dei professionisti, vale ricordare anche questo)  combinano un guaio i toni si abbassano quasi la telecronaca la facessero i loro papà, se la manovra oil gioco azzurro non è all’altezza del contesto partono le giustificazioni, le coperture e se, alla fine, l’Italia ha  fatto davvero pena i due pare giochino a chi lo dice con i denti più stretti possibile, oppure anche no che la speranza è l’ultima a morire.

Insomma fateci caso, avete presente le telecronache scanzonate ed irriverenti dei due qualche anno fa? Non ci sono più, non almeno quando gioca l’Italia. In questo caso lo spontaneismo pare non essere più il gioco preferito di Antonio&Vittorio, la torta da loro preparata è sempre meno fatta in casa bensì pre-confezionata, con tutti i conservanti e coloranti del caso, per raccontarci qualcosa di meno conforme, i due sono costretti a dirci delle loro cene con gli amici. Volete la prova di tutto questo? Ascoltateli quando non è l’Italia la protagonista del match, il divario pare evidente.

Se c’è l’Italia citazioni positive per tutti, neanche ci fossero i procuratori dei giocatori fuori dalla porta oppure O’Shea in persona pronto a redarguirli. Certo però fuori dalla porta forse ci sono gli sponsor, i direttori del canale e, chissà, magari ci sono i grandi capi del nostro rugby. Ma a loro interessano solo gli ascolti? O no?

Recentemente il Presidente Federale Alfredo Gavazzi, con disgustoso aplomb ed intollerabile presenzialismo, è intervenuto nella diretta della telecronaca del match di Eccellenza che si giocava a Calvisano per rimproverare il telecronista reo di parlare un italiano con inflessione tipicamente argentina (Norberto Mastrocola è di Buenos Aires ma vive in Italia da 31 anni). Ve lo vedete “monsieur le president” entrare nella cabina del Munari mentre spiattella una locuzione veneta sull’intramontabile tinello della signora Maria?

Rio de la Plata a parte i nostri Antonio&Vittorio forse, quando gioca l’Italia, dovrebbero recuperare un po’ di impulsività, magari fidarsi un po’ di più della propria “stupidera”, dimenticarsi quelli che sono fuori dalla porta (dopo il fattaccio di Calvisano è meglio si chiudano dentro con doppia mandata), raccontarci davvero tutto quello che c’è senza quell’apparente freno a mano tirato a mezzo.

O forse questa della “espansività desaparecida” del duo è solo una impressione che aleggia spettrale ed ingannevole da queste parti, magari ci si sbaglia. Mah.

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