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FIR E DINTORNI

MACRON: LO SPONSOR CHE CI VUOLE BENE COSI’ COSI’ ? OPPURE C’E’ BEN ALTRO?

La Federazione Italiana Rugby e Macronsponsor tecnico che dallo scorso anno e fino al 2025 vestirà le nazionali azzurre, hanno presentato la nuova maglia “Alternate”che i ragazzi di Conor O’Shea indosseranno nella stagione 2018-2019..:”.

Questo ci dice la FIR ed allora tutti a guardare questa maglia. Ci vuole un attimo per scoprire che Macron non aveva avuto il permesso di metterci un po’ di fantasia; in effetti tirare due righe, una rossa e una verde, su una maglia bianca è un progetto che realizza vostro figlio o nipote che fa le elementari. Per la Facoltà di Design della Moda aspettiamo la prossima volta.

Insomma la maglia azzurra adesso è firmata da Macron un brand tutt’altro che sconosciuto nello sport: si dice in giro Macron abbia spuntato uno sconto pesante rispetto allo sponsor precedente ma siamo tutti felici che siano loro a vestire la nostra Nazionale così come fanno con tanto altro sport in Europa. Tanto rugby.

Infatti Macron veste da tempo anche la Nazionale scozzese ed ha partnership tecniche con la Federazione Portoghese, la Federazione Tedesca e la New Zealand Rugby League.

In Scozia Macron, oltre alla Nazionale, veste e sponsorizza anche entrambe le franchigie di Pro14 Glasgow ed Edinburgh. Qui la mosca salta al naso. Perchè in Italia no?

Bisogna sempre tenere presente la differenza fra sponsor, sponsor tecnico e semplice “cliente”. Il “vero” profilo è ovviamente il primo.

Certo, ci sono accordi evidentemente precedenti rispetto all’arrivo di Macron in Azzurro, ma quindi per questo che sia le Zebre che la Benetton portano invece in giro per l’Europa il marchio Errea? Non è per questo? Ma si dai, impossibile altrimenti. Le Zebre in particolare, la cui tasca è al 100% sempre quella FIR, ci si chiede quindi….  . Beh, direte voi, “non è obbligatorio sia così”, avete ragione ma qualcosa non torna lo stesso.

Perchè Macron sponsorizza tantissimo calcio in mezzo mondo ma nel rugby anche due squdre gallesi del Pro14, Scarlets e Cardiff, un paio di squadre del Top14 ed una del ProD2 francese, una della Premiership inglese.

Nessuna risulta amica di Macron nel nostro Top12. Strano. Oppure no?

Come mai il Top12 (come campionato) è fuori dagli orizzonti dichiarati come sponsor di Macron nei quali rientrano invece vari piccoli club di Serie A, B  e persino C del nostro campionato di rugby? Chi sbaglia cosa?

Forse l’errore lo si fa da queste parti che ci si aspetta esserci un certo “gioco” di squadra a livello di vertice del nostro rugby, una azione commerciale coordinata magari a livello federale, ora poi che quelli del Top12 vogliono unirsi in Lega la cosa è ancora più evidente. Beh, le strategie di marketing non hanno delle regole fisse, quindi va tutto bene anche così. O no e non c’è nessuna strategia di marketing? Mah.

Chissà, magari l’intenzione da parte di Macron ci sarebbe anche, magari ha già in programma di voler scendere in profondità nel nostro rugby solo che non ce lo ha ancora detto. Certo il brand è prestigioso, l’azienda è solida, ha più di 200 dipendenti, lavora in tutto il mondo, è presente in più di 800 store e fattura circa 80 milioni di euro, ha raddoppiato il suo giro d’affari negli ultimi otto anni.

Soprattutto però, con sede a Bologna e logistica nel padovano,  Macron è un brand Made in Italy . Questo vale… di più.

Insomma, evviva l’Azzurro, evviva Macron per il resto staremo a vedere. Intanto godiamoci le righette verdi e rosse.

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