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QUESTIONE D'ELITE

PER FAR CRESCERE IL TOP12 PIU’ ATTENZIONE AGLI ARBITRI. COME VA FINO AD ORA.

Il nostro fischietto Mitrea in divisa internazionale.

Ci vuole più disciplina. E’ una delle chiavi del buon gioco, della fluidità del match, della capacità di saper amministrare se stessi (il giocatore) e la gara (la squadra). Invece sui campi di gioco di questo nostro TOP12 le cose non stanno proprio andando così.  Così ci si è messi a fare due conti: un raffronto fra le prime 8 giornate dello scorso campionato di Eccellenza e le prime 8 di questo in termini di cartellini estratti dagli arbitri. Le cose non vanno come vorremmo tutti.

La prima cosa che salta subito all’occhio è la mancanza di rispetto nei confronti dell’arbitro. Nella scorsa stagione dopo 8 giornate, con un totale di 40 partite (va ricordato che le squadre erano 10) il Giudice è dovuto intervenire solo una volta per offese all’arbitro, quest’anno sono già 4, ma qui più che i numeri contano soprattutto quello che si vede in campo con arbitri che si sentono spesso tenuti a lunghe conferenze con chiunque li circondi e con i “chiunque” che si sentono autorizzati e chiedere spiegazioni ad ogni piè sospinto. Gli allenatori dovrebbero dirci se anche questo fa parte della perdita di tempo effettivo di gioco, alla quale dicono tanto di tenere, o è ormai da considerare una fase di gioco facente parte dei loro schemi.

Nelle prime 8 giornate della scorsa stagione gli arbitri avevano estratto il cartellino giallo 49 volte (1,22 per partita) e ben 4 volte quello rosso, queste ultime soprattutto per gesti di violenza in campo. Quest’anno i cartellini gialli estratti sono stati fino ad ora ben 65 (1,35 per partita) ma solo 2 i rossi. Solo 1, nel periodo considerato, il doppio cartellino giallo lo scorso anno e nemmeno uno quest’anno.

E’ chiaro che l’aumento dei cartellini gialli, oltre il 10%,pesa sui match e sulla loro qualità; certamente una delle motivazioni è l’abbassamento delle qualità tecniche che scendono in campo perchè gli arbitri, per quel che si vede, paiono invece meno propensi di un tempo ad estrarre i propri strumenti “estremi” e forse, in certi match, la cosa fa davvero più male che bene.

In questo senso purtroppo non si hanno dal nostro Gruppo Arbitri a livello nazionale, che vive dentro una trincea con elemetto e fucile finto, alcuna pubblica e diretta informazione sullo stile e sulle indicazioni per i fischietti per questa stagione;  non sappiamo quindi se sono invitati a “gestire” il match, che è una delle correnti di pensiero, o solo a leggere ed applicare il regolamento in via magari un po’ più asettica. Speriamo che una indicazione ci sia e sia uguale per tutti e per tutti i match.

Tornando al tema dei cartellini ci si limita a tre cose che stanno prendendo ben piede nel nostro campionato.

C’è una fase che nel nostro sport è diventata talmente oscura in termini tecnici, grazie alle modifiche del regolamento a livello internazionale, da includere l’arbitro ed il suo cartellino nella sua stessa dinamica: la mischia. La ricerca dell’errore continuo da parte della mischia avversaria ed il conseguente cartellino giallo o la insistenza nella spinta cercando l’attribuzione di un calcio di punizione fa parte ormai della fase di “mischia ordinata”. Questa fase è sempre di più una investigazione nei gusti arbitrali e sempre meno una fase di lancio del gioco. In tutti i casi, almeno da queste parti la si pensa così, risulta pericoloso includere così pesantemente l’arbitro nel gioco e nelle conseguenze che ne derivano. E’ vero che chi va in campo fa quello che il regolamento gli permette e questo ad oggi è il regolamento. Qualcuno dovrebbe farsi un appunto.

La seconda cosa riguarda i tesserati che stazionano all’interno del perimetro di gioco. Ultimamente gli arbitri si sono fatti giustamente molto attenti ai tesserati “esterni” ma il trattamento non deve essere diverso per quelli non giocatori e all’interno. In Top12 pare si tenda a giustificare proteste e considerazioni pesanti verso l’arbtro ed i suoi collaboratori da parte di chi il pallone in mano non lo prende se non per porgerlo ad altri è un fatto che alimenta poi discussioni in campo e perdite di tempo. Possiamo considerare che l’italiano medio non abbia la raffinatezza dell’english man ma il regolamento è scritto nella lingua corretta. Lo capiscono tutti.

La terza riguarda il gioco pericoloso. Imitare un fijiano infuriato non corrisponde ad un modello di rugbista, buttarsi in qualsiasi ruck in qualsiasi modo dimostra scarsità tecnica, placcare con la spalla, placcare avversari senza pallone, sono tutte attività che alla lunga fanno tanto male. Al gioco e soprattutto ai giocatori. Qui l’arbitro serve, qui il tempo effettivo si può anche interrompere. Per favore.

Un campionato non ha nessuna possibilità di crescere se non crescono i suoi arbitri. Anche qui qualcuno deve farsi un appunto ed è proprio chi comanda gli arbitri. Non sono le riunioni con le altre componenti che migliorano il Top12 ma dare formazione ed attenzione ai fischietti (e poi ogni tanto pagare loro anche i rimborsi spese, ma si dai!). Chiedere a loro di conseguenza più attenzione in campo è uno dei tanti modi di credere davvero che questo nostro Top12 abbia più futuro di quanto credono i suoi attuali organizzatori.

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