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DAL BARATRO AL “VALORE” DEL PROPRIO RUGBY

Nel commento che Vittorio Munari ha fatto al primo round dei Mondiali nella sua video-rubrica “Zibaldone” dice una cosa molto importante:”I quarti di finale sono abbastanza scontati, sei squadre su otto sono quelle, gli altri due posti se li giocano in tre….ma difficilmente ci saranno grandi sorprese questo perchè c’è un baratro tra le prime al mondo ed il resto del mondo…” . La frase poi continua e Vittorio dà la sua motivazione a questa situazione che trova nella solita questione economica. Oggi però non è questo il punto che si vuole far risaltare ma fermarsi un passo prima: il baratro. 

C’è, è vero, è ineludibile, è visibile, in cinque o sei Nations giocano un altro rugby, poi tre o quattro ci vanno dietro ed il resto fa altro rugby. Attenzione, il punto è questo, sarà pure “altro rugby” ma sempre rugby è.

Ci sono almeno già tre tipi di rugby, il nostro Union, il XIII,  l’Aussie-Footy. Se volete andare giù per le specialità trovate anche quello a “dieci” ed a “sette”, il gaelico irlandese e via così. Perchè dovrebbe essere così terribile che, anche solo a livello di applicazione, dentro lo “Union” ci siano due specialità diverse? Perchè tenere unito ciò che unito non è? Il business? Allora non stiamo parlando di sport e tutto si spiega.

Quindi ci potrebbero essere due Mondiali o tre.

Il baratro c’è, forse è sbrigativo dire che è solo una questione economica ma c’entra anche quella, poi c’è la cultura, il tempo, la situazione economica del paese e quindi le infrastrutture e poi altre cose più “genetiche” che per oggi saltiamo. In tutti i casi il baratro c’è ed i Mondiali lo fanno vedere, del resto molto raramente gli incontri di rugby sono una sorpresa.

Fermiamoci qui per oggi, il baratro c’è ed allora che si fa? Si rincorrono le farfalle di Mondiale in Mondiale? Rimane solo una questione di business dove i paesi secondi alimentano i bravi con la loro presenza da comparse?

Se esistono due o tre tipi di Union allora, ad esempio, uno lo abbiamo in Italia e non abbiamo nessun motivo per nasconderlo, come abbiamo fatto fino ad oggi, per puntare verso il baratro e magari cascarci dentro (come sta accadendo). Valorizzare quello che si ha si può. Pensiamoci bene.

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