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AFFARI ESTERI

IL CONFINE FRA TRADIZIONE E NUOVO: IL CASO BIARRITZ-BAYONNE INSEGNA MOLTO

paesi baschi

La bandiera dei Paesi Baschi

Fino a pochi anni fa vestivano entrambe e contemporaneamente i fasti del massimo rugby francese, il TOP14, ora sono scese entrambe nella seconda categoria, il ProD2, sono il Biarritz Olympique Pays Basque e Aviron Bayonnais Rugby, team di due città dei Paesi Baschi francesi, a ridosso dei Pirenei, i due centri distano tra loro meno di dieci chilometri, quindici minuti di automobile, gli stadi dove giocano le due squadre sono a sette chilometri l’uno dall’altro.

Situazione economica difficile ed un rugby, quello francese, che vede sempre lievitare i suoi costi hanno consigliato i Presidenti delle due Società a mettere in pista un piano di fusione per la massima categoria; un piano del genere se lo erano raccontati molte volte Manuel Merin, Presidente del Bayonne, e  Serge Blanco, Presidente del Biarritz, ma si erano limitati a questo. Le due piazze infatti vivono nel rubgy una sana e forte competizione fra loro, Biarritz-Bayonne è un derby di grande pathos, pensare ad una fusione fra le due squadre per i tifosi di entrambe è cosa davvero difficile da comprendere.

Nonostane questo e superando tutto questo Manuel e Serge un punto di accordo per la fusione in queste ultime settimane lo avevano anche trovato. La piazza li contrastava, specialmente Bayonne, ma la cosa sembrava dovesse arrivare in questi giorni alla sua conclusione, sarebbe stata fusione fra il vertice dei due team baschi.

A Biarritz però, nella prima assemblea generale della Società, è arrivato il no, così Blanco si è dimesso e la storia di questa cosa tutta pirenea forse comincia solo adesso.

Una fusione contro il campanile, contro la tradizione, contro il senso di appartenenza di ogni singolo tifoso o giocatore o ragazzo delle giovanili di ognuno dei due team? Era questo? Per scongiurarlo il progetto richiamava ai valori comuni ed alla comune appartenenza al mondo dei Paesi Baschi, alla bandiera comune. Dietro tutto questo c’era però, anche e soprattutto, la situazione economica non florida di entrambi i club. Il rugby costa, le squadre che militano in ProD2 hanno un budget medio di 6 milioni.

Allora è tutta una questione di soldi? E’ una sfida fra il vil denaro e la tradizione? La questione basca richiama a questa formula irrisolta, formula che tocca profondamente le corde di uno sport, il nostro, così legato a rituali e gesti tratti dal tempo. Senza questo spirito tradizionalista però non avrebbero senso i Barbarians, i Dogi o le Zebre, le stesse Nazionali soffrirebbero in termini di spinta, immagine e di motivazione. Senza questo spirito non esisterebbe la tensione evidente e durissima che si respira nel derby Petrarca Vs Rovigo o, proprio in Francia, fra le parigine Stade e Racing. Senza questo spirito che senso avrebbe la haka degli All Blacks o le danze di Samoa e Fiji? Cosa sarebbe del Varsity fra Oxford e Cambridge?

Dove finisce tutto questo e cominciano le ragioni di Blanco e di Merin? E’ un confine tutto da segnare ma che in qualche modo deve prestarsi a qualche ritocco, ne va della crescita del nostro sport. Qualcuno in giro, nel valicarlo, ha già fatto parecchi danni, prima di tutto a se stesso, questo però significa solamente che si può fare di meglio.

Il caso Biarritz e Bayonne e la loro fusione è per questo una cosa da seguire con attenzione.

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