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QUESTIONE D'ELITE

TRE SOGNI D’ECCELLENZA. TU CHIAMALO SE VUOI… SUPER DIECI

ROVIGO CAMPIONE

Rovigo Campione d’Italia, il rugby riparte da lì (nel riquadro in alto a dx il titolo della Gazzetta dello sport Ediz. di Roma)

Parte l’Eccellenza e da queste parti è festa pura, è il nostro campionato di “vocazione”. Quest’anno, a dispetto di una sua visibilità non certo migliorata qui si proverà a dargli ancora più spazio ed ancora più voce, sperando i dieci contendenti ci vengano incontro prima di tutto portando in campo buon gioco ed altissima competitività.

Avremo tempo da queste parti per parlare di piloni e aperture, tecnici e preparazioni varie, quindi per inaugurare il nuovo Campionato di Eccellenza 2016/2017 buttiamo giù tre sogni davvero “eccellenti” anche se, va detto prima, saremo costretti ad affogarli in uno spietato realismo.

Il primo sogno è legato alla partecipazione dei nostri quattro team “eccellenti” alla Challenge Cup Qualifying Competition nome lunghissimo che molti chiamano, non solo per brevità, “Coppa Gavazzi“. Prima di tutto non è una coppa, è una misticheria con pochissimo appeal nella quale però sarebbe il caso smettessimo di fare certe barbine figure viste in passato. Club come il belga Dendermonde Rugby Club, il tedesco Heidelberger RK, lo spagnolo Club de Rugby El Salvador ed anche il russo superdotato Krasny Yar Rugby Club vanno affrontati con decisione e sconfitti, alcuni fra loro vanno, da alcuni dei nostri, usando un termine giovanilistico, “rullati”. Queste vittorie a volte non arrivano perchè gli stessi tecnici mettono in campo, per questi appuntamenti, formazioni meno “pretenziose”. Sarebbe invece il caso che alcuni fra loro, Cavinato e McDonnell in testa, dessero forma a questo “sogno” perchè, è il caso di ammetterlo, non dovrebbe essere un vagheggiamento ma già da tempo una realtà.

Il secondo sogno è la speranza di vedere una Eccellenza che gioca a rugby come si deve, magari quel rugby moderno e veloce che auspicano in molti, non che da queste parti quel rugby sia un “must” ma, in cambio di buona tecnica ed un po’ di spettacolo in più, persino qui ci si potrebbe arrendere al trend. Ci sono molti tecnici che ci credono a partire dal cremisi Casellato, il già citato petrarchino Cavinato, da Viadana il Frati e via così. Per fare questo ci vorrebbe in campo anche una classe arbitrale serena e preparata, cosa che non è, ma su questo sicuramente ci si dovrà tornare. Speriamo non troppo.

Il terzo sogno che  questo insorgente Campionato di Eccellenza ci si augura ci possa regalare è, ne basterebbe anche solo una ma si spera di più, la convocazione in Nazionale di altri giovani ragazzi del nostro Campionato maggiore. Così come accadde nell’ultima fase della precedente stagione tecnica azzurra si spera il nuovo Coach O’Shea, molto attento a questo campionato al punto di, cosa per nulla normale, aver partecipato alla sua presentazione ufficiale, trovi motivi e modi per chiamare qualcuno dei nostri emergenti eccellenti.

Bei sogni ma, si diceva, tutto questo si scontra con una realtà per niente facile. Il Campionato è in crisi da anni e la FIR ha fatto di tutto tranne che aiutarlo. Il recupero di una sua visibilità è indispensabile ed anche molto urgente perchè del nostro massimo Campionato nella normale filiera ovale si perde pure il nome, magari a vantaggio di antichi fasti. Così, a testimoniare che tutto questo non è solo una chiacchiera ma una triste realtà, ci si mette la Edizione romana della Gazzetta dello Sport che regala alla nuova partenza del massimo campionato italiano un titolo strabiliante e d’altri tempi: ” Riparte il Super10 di rugby….“. Un errore eloquente della situazione in cui versa l’immagine della Eccellenza, l’errore si ripete pure nel testo redatto del giornalista che insiste “Da domani si passa ai fatti…due formazioni romane nel Super10 sono una realtà la curiosità è capire….“.  Urca… partiamo bene.

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