Il potere rischiava di logorare chi non ce l’aveva ma alla fine la classe arbitrale ovale ha avuto il suo momento di gloria. Ci sono le nomine del nuovo Cnar: insieme al Presidente Claudio Giacomel e all’ex presidente portato comunque in Consiglio Mauro Dordolo, sono stati nominati Mario Borgato, Roberto Carra, Giuseppe Ruta, Paolo Schilirò e, come rappresentante dell’Area Tecnica FIR, il CT della Nazionale Femminile Andrea Di Giandomenico.
Quindi c’è Claudio Giacomel e, considerato i programmi espressi dal neo-Presidente sulla dichiarazione ufficiale dopo la nomina, quella carica la poteva prendere anche il vostro nipotino di sei anni. Il comunicato ufficiale dice infatti che Giacomel ha detto:” Attenzione alla base del nostro movimento e alla formazione dei nostri direttori di gara sono i temi che ritengo strategici…”. Un carico di ovvietà che forse fa ridere, o forse piangere…. chissà.
Comunque se i comunicati ufficiali dicono nulla i corridoi sputano ovunque indiscrezioni: Mitrea, Dordolo, Falzone, addirittura Tomò e Liperini sarebbero pronti ad affiancare il neo-Presidente per la gestione del gruppo arbitri, con commissioni speciali e poteri ispettivi e formativi pronti ad essere affidati di qua e di là. Mah.
Lasciamo che il mondo chiacchieri, tre cose qui invece ci vien da dire ai capi-fischietto.
La prima è dura anche solo da raccontare. La classe arbitrale è in forte deficit di preparazione. Lo scarso spettacolo di un Mitrea che “gestisce” le finali del massimo campionato invece di fischiarle davvero deve finire. Vadano in campo perchè sanno cosa fare e non pensando che sia la loro presenza a cambiare il contesto dove stanno. Più regolamento e meno personalismo. Per le altre categorie, dopo anni di abbandono… che dire…..
La seconda è inusuale. Ci si è lamentati che la classe arbitrale non era indipendente, ora ci sono tutti i presupposti perchè torni ad esserlo questo non significhi la blindatura degli arbitri nelle segrete stanze. Indipendenza non vuol dire essere avulsi dal movimento. Si vorrebbe una classe arbitrale visibile e trasparente.
La terza riguarda la nomina di Giuseppe Ruta nel consiglio. E’ proprio lui che ha fondato negli anni passati ARIA (Arbitri italiani di rugby associati) una associazione di categoria della quale in tanti si è sostenuto la necessità. Adesso che il Ruta è entrato nella stanza dei bottoni che accade ad ARIA? Viene riconosciuta come interlocutore? Perchè una cosa che pareva buona quando c’erano Alfredo Gavazzi ed Ascione rimane buona anche dopo. A meno che non fosse ….. . Ahia.
Anche gli arbitri devono orientarsi verso il cambiamento.