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MEDIA & SPORT

FATECI VEDERE

Per lo sport italiano una delle cose più difficili da raggiungere: la visibilità. Qui si parla soprattutto di tv, video, streaming, immagini dinamiche, chiamatela come volete.

Parliamo di visibilità esterna e si fa riferimento allo sport “prof” , ma , per la nota discriminazione degli sport minori, diciamolo subito, non è tutta “colpa” del calcio.

La pallatonda, è vero, rappresenta una percentuale quasi assoluta dello sport “in chiaro” (visibile su media di semplice accesso) nella nostra penisola, ma buona e vasta responsabilità va data ai nostri italici “guru” del marketing e della promozione.

Troppi geni italici della “pubblicità”,  creativi solo per titolo, strapagati da aziende di buona volontà, sono in effetti incapaci di guardare più in là del calciatore e della partita per tutti, vivono di sondaggi e di realtà facile, vivono di standard sperimentati e molti di loro sono inermi di fronte alla “invenzione”, alla “innovazione”. Spesso è per loro che tanti sport di eccellenza nel nostro paese rimangono nella cantina della visibilità, oppure non durano più di un mese dopo le Olimpiadi.

Tolto questo sassolino dalla scarpa destra, guardiamo a quello nella sinistra.

La FIR si è sempre mossa, con i propri mezzi e le proprie persone, non come un veicolo di contenuti, un creatore di contenuti, ma come un ricercatore di sostegno. Una mentalità rugbistica che forse paga in campo ma non del tutto nel mondo della “visibilità”. Ecco perchè, il cambiamento auspicato per il rugby italiano, è meglio passi anche per questa elementare e moderna consapevolezza.

L’esperienza che RAI-Sport ha fatto con il nostro rugby di Top10 in occasione delle finali della stagione appena trascorsa è stata sicuramente molto positiva, a partire dagli ascolti. Quello che è mancato è stato il momento magico del contatto con la realtà produttiva italiana. C’era tanto rugby (meraviglioso) ma pochi collegamenti con la gente fuori dal rugby ed in genere con l’Italia, quest’ultimo concetto lo esprimiamo così perchè dire “sponsor” è assolutamente riduttivo rispetto a questo tipo di ragionamento.

Il futuro della visibilità del nostro rubgy ha già due certezze, la piattaforma criptata Sky ha ripreso in mano la Nazionale, il Sei Nazioni ed i Test Autunnale. Si è ripreso anche Under20 e Femminile. L’Azzurro è Sky.

Mediaset ha posizionato su Canale20 l’offerta del nuovo URC e quindi Benetton Treviso e Zebre, ha promesso miracoli ma ha chiesto due terzi dei costi della produzione. Un investimento parziale.

Per il Top10 aspettiamo con fiducia l’ufficialità.

E’ innegabile che con questi nuovi panel conquistati da FIR su due network top del panorama nazionale la cosa si mette bene ma è un grande errore pensare di essere arrivati. La sfida in effetti inizia solo ora, è adesso che “il prodotto rugby” è presso il mondo “TV-video-ecc” che va valorizzato e “lavorato”. Insomma è da questo punto che inizia il cammino del nostro rugby verso una potenziale nuova visibilità.

Abbiamo bisogno che i veri e grandi professionisti non siano solo quelli che scendono in campo.

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