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REGOLE ED ARBITRI

ARBITRI IN CAMPO: PER ORA TUTTO BENE (MA QUANTI BLA BLA!)

Sembra bene, c’è da essere prudentemente contenti, le cose però vanno, anzi, vanno vanno. Ci si riferisce ai nostri arbitri in campo nel massimo campionato, è indubitabile che stanno crescendo. Si sono visti molti scontri diretti ed altri match difficili, sono state però rare le occasioni in cui l’arbitro si è reso protagonista di fatti “strani” ma, ancora più importante, non si è in grado di raccontare, ad oggi, un caso in cui l’arbitro sia stato il “protagonista” (e punto).

Sicuramente gioca a favore dei fischietti l’introduzione del TMO, questo non solo per lo strumento in se nel corso del match, ma anche e soprattutto come stimolatore di analisi delle situazioni più complicate post-match. Oggi gli arbitri di vertice della FIR hanno a disposizione tutti i filmati delle partite, questi vengono sezionati, ogni fischio viene valutato ed ogni arbitro può quindi avere a disposizione uno specchio dove vedersi e comprendere il suo livello interpretativo della singola regola.

IL SUGGERITORE L’utilizzo del TMO è destinato da regolamento solo a certe occasioni e, se lo chiedete ai vertici degli arbitri italiani ed al loro RDO, vi diranno che solo come tale viene usato. La realtà è che quello strumento regala sicurezza anche quando non viene usato ma soprattutto alleggerisce per l’arbitro in campo le modalità di ingaggio di certe situazioni, si può concentrare di più su certi aspetti sapendo che, per quella particolare occasione, può poi cercare il TMO (tipico esempio il “grounding”, che sembra poco ed invece…). Ma poi c’è anche l’inconfessabile TMO suggeritore che conferma alcune scelte in “via diretta e rapida”, una cosa a filo-filo di regolamento che aiuta e forma il fischietto. Va bene così, ma attenzione a non esagerare.

IL PUNTO DI INCONTRO Gli arbitri si stanno concentrando su questo aspetto, dalla collisione, con le inevitabili conseguenze se violenta e fuori assetto consentito, alla successiva modalità di sostegno e di rotolamento del difensore. Si è visto in questi primi match molta attenzione su questa fase che, essendo la più frequente nella partita, darle una buona “pulizia” e renderla più efficace, consona ed ovviamente “produttiva” non può che fare bene al nostro rugby. Sia come tecnica che come gradevolezza per lo spettatore.

QUELLI RESTANO AL PALO Una delle condizioni ancora meno esplorate dai nostri arbitri è invece la collaborazione fra arbitro ed assistenti. Tutto quello che evidentemente si può osare con il TMO non si fa invece con il collega che sta proprio in campo. Troppe volte si nota una destinazione operativa degli assistenti regredita al ruolo di “guardalinee”. Si vedono arbitri che girano come trottole in campo dandosi il compito di sorvegliare ogni lato possibile, sbagliando e, a volte, pure inciampando, piuttosto che affidare un lato al proprio collega. Nemmeno nelle fasi statiche si vede grande organizzazione in questo senso Gli arbitri in campo sono cinque no?

QUELLI BRAVI Il Top10 è il Top10, scendere da un incontro in EPCR o in qualche competizione internazionale e provare a fischiare il nostro campionato con lo stesso metro è almeno fuori luogo (un amico mi suggeriva: “è una stupidata”).  Non perchè uno sia più alto o più basso, ma perchè sono profondamente diversi. E’ così che capita che qualche arbitro di quelli bravi, quelli internazionali, sono più vicini in Italia a fare figure barbine di quelli che hanno frequentazioni meno altolocate. Perchè questa cosa capita. Fischiereste una partita internazionale della Spagna come un match  di URC in Scozia? E uno di URC in Galles come uno anglo-francese in EPCR? Insomma la maturazione di un arbitro si vede anche nell’adattamento al contesto, datevi da fare che su questo siamo ancora un po’ in surplace.

Insomma per gli arbitri le cose in campo vanno bene ma c’è ancora una cosa che… come si dice….non sta in tasca.

Cari arbitri, si è capito che vi sentite tremendamente cari, giusti, belli, democratici, comprensivi e gentili a parlare tanto e con tutti in campo ma da queste parti si preferisce guardare la partite che assistere alle vostre tavole rotonde e conferenze sul regolamento. Si sono viste delle partite rovinate dalle continue interpellanze verso l’arbitro, nelle quali quest’ultimo si è prodotto in spiegazioni continue con tutti. Sembrava un centro di formazione viaggiante. Fatela finita, avete un paio di capitani ed anche il linguaggio dei segni (che non usate praticamente più). Se proprio, cari arbitri, non la capite a norma di regolamento, allora sappiate che un giocatore che parla si deconcentra e rovina la partita. Ecco almeno fatelo per questo.

Per il resto, andrà tutto bene.

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