Nella foto: Maci Battaglini in allenamento (Collezione Famiglia Quaglio)
Eppure io non ho sentito aria di nostalgia, semmai c’era tantissima gioia, una passione spropositata, una sequenza di storie, di quelle storie che quando te le raccontano ti pare che non finiranno mai. Ho sentito la palla rimbalzare, non ho visto da che parte è andata, niente di più normale, è il rugby che ti sorprende e ci riesce sempre. Poi quella cosa degli armadietti da firmare, ci vai davanti e vedi i nomi di chi è già passato, ci sono già le firme di campioni di quel mondo rossoblù che resterà per sempre. Anche, da caro avversario, nella vita di quelli altri che, come me, sono a nord dell’Adige. Noi, Neri per sfida.
Entrare alla mostra “Rovigo in mischia” nella piazza principale del capoluogo polesano non è un esercizio di passato ma è un test per il futuro.
E’ bella nel suo allestimento, è preziosa nella sua esposizione, è il rumore di una città, è il sapore di uno sport e non affoga nei luoghi comuni del “ti ricordi quella volta…“. Questa mostra regala tutto il significato per cui andare alla partita ancora domani e poi dopodomani e dopodomani ancora. In questa mostra un dirigente può trovare la voglia per cercare un nuovo talento o un nuovo allenatore, un giocatore può trovare il motivo per vivere da protagonista la sua maglia, un tifoso può trovare l’affascinante “perchè” quella volta suo nonno gli disse “vieni con me alla partita” ed il motivo per cui non ha mai smesso di tornarci.
E’ una mostra nella quale c’è tutto il rugby, c’è il campo, c’è lo spogliatoio (gli armadietti!), ci sono i tifosi, ci sono persino gli arbitri e poi c’è il più ambito di tutti che però, ah ah ah, veniva da Padova e giocava al Padova Rugby: quel Davide Lanzoni. Fu lui che portò il pallone a Rovigo, il fondatore del rugby a Rovigo veniva da Padova… (ah ah ah, questa non potete cancellarla).
Poi ci sono le foto, i palloni, maglie e molto altro ma soprattutto ci sono le video-interviste agli abitanti di quella città, a cui viene chiesto cosa ne pensano del rugby e la cosa sensazionale è che tutti hanno un’idea tutta loro, molto personale, come se il rugby fosse un pezzettino della loro storia più intima. Perché a Rovigo tutti hanno qualcosa a che fare con il rugby.
Quando esci dalla mostra senti ancora il sapore magico di quella palla che scivola di mano in mano, sei costretto a pensare che sarebbe bello se anche in altre città facessero la mostra della loro vita “in mischia”, con il proprio simbolo e la propria storia, piccola o grande, non importa quanto profonda, basta che spinga verso l’acca degli altri. Sarebbe bello che qualche dirigente in giro per l’Italia si caricasse l’auto di passione di rugby, come fa ogni fine settimana, per andare a vedere “Rovigo in mischia” e poi immaginarsela anche nella sua città.
Perché tutti gli altri invece, da Rovigo e da tutto il Veneto, se a questa mostra non ci sono ancora andati… beh quelli non sapranno mai veramente da che parte rimbalza quella palla.
— “Rovigo città in mischia” dal 22 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023 Palazzo Roncale Piazza Vittorio Emanuele II, 25 Rovigo —
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