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FORZA RUGBY

100 CAPS DAY: IDENTITA’, APPARTENENZA, EMOZIONE (ED OTTIMO MARKETING)

Si chiama Club dei 100 ed è un riconoscimento a tutti i giocatori che, a partire dal 1978, anno dello scudetto come Metalcrom Treviso e successivamente primo anno di sponsorizzazione Benetton,  hanno indossato per oltre cento volte, contando sia Campionato che Coppe Europee, la maglia del Benetton Rugby.

E’ una cosa molto bella, e non ha nulla a che fare con un raduno di “old”, la cerimonia  di questo club con la consegna del “cap” ad ogni singolo giocatore da parte del Presidente della Benetton Amerino Zatta non è stata una convenzione o una esibizione, tutt’altro: è stato cuore ed emozione. E’ stato rugby.

Tutto questo è accaduto nella meravigliosa cornice di Monigo, tra l’altro con 4500 spettatori per il match di Challenge Cup con lo Stade Francaise,  sabato 22 gennaio. Una splendida regia ha portato i “Leoni da 100” dalla consegna del cap al pranzo comunitario, poi hanno realizzato il tunnel di ingresso ai biancoverdi che si giocavano la partita contro i francesi, hanno salutato i tifosi dal campo per la foto di gruppo durante l’intervallo, sono stati tutti visibili e tutti insieme in tribuna arancione durante il match (i cori di presa in giro ad Ongaro giù in panchina sono stati una divertente goliardia tipicamente ovale)  , sono andati insieme negli spogliatoi alla fine del match a complimentarsi e festeggiare con i super vincitori di giornata.

E vederli così, riconoscerli uno ad uno, è stata una vera emozione anche per chi alcuni di loro li ha sofferti nei vecchi derby pre-celtici. C’erano proprio tutti, da Guido Rossi (366 caps) bandiera del rugby trevigiano ad Angelo Esposito (101), passando da Craig Green (109) a Marius Goosen (136), da Sergio Zorzi (166) a Francesco Mazzariol (212)da Brendan Williams (250)  a Giovanni Grespan (306). (cliccare qui per leggere l’intera emozionante lista del Club dei 100)

La Benetton Treviso ha realizzato il sogno di ogni suo tifoso, realizzare la lista di coloro che l’hanno accompagnata ad essere il club più importante del nostro stivale ed uno dei punti di riferimento del rugby europeo. Il club di Treviso ha così definitivamente staccato la spina  alla vuota e sorda denominazione di “franchigia” per affermare con forza e determinazione la propria identità, ad un mondo, ad una storia, ad un territorio, segnare ed onorare il senso di appartenenza che è proprio di chiunque abbia indossato o si riconosca in una maglia del nostro magico mondo ovale.

Appartenenza ed identità, due parole che rendono quel combattimento duro e snervante correndo dietro ad un pallone ovale, una sorta di elisir di lunga vita,  due parole che fanno comunità, conquistano affetto, gestiscono passioni e regalano sogni. Tutto ciò di cui ha bisogno ogni singolo club di rugby, a Treviso è stato creato e gestito con stile impeccabile in una dimensione che ha ricordato i migliori valori dello sport.

E’ stato anche una operazione di marketing? Certo che si, e allora? Benissimo. E’ stata anche una ottima operazione di marketing, pensata, voluta e messa in opera con una forma di grande rispetto e di sincera ammirazione per la maglia, senza strafare, puntando a farsi riconoscere per quello che la Benetton è sempre stata: un club di grandi ambizione, vincente, centro nevralgico italiano del nostro sport.

Ottimo marketing, si diceva, un altro esempio di come questo club stia volando distante da tutti noi, che ci tocca guardarlo con il naso all’insù. Come tutti gli esempi dovrebbe essere un obiettivo a cui tendere, chissà.

Si chiama Club dei 100, è un pezzo del nostro rugby che si è messo in testa l’orgoglio di esserci stato, un cap che vale almeno cento battaglie, e siccome sono quelle biancoverdi, allora va detto, fino alla vittoria.

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