Passata la sbornia da Mondiali, ai quarti ci vanno altri, ma soprattutto è passata la sbornia che abbiamo preso a forza di sentirsi raccontare dei nostri Azzurri come delle Superstar. Quest’ultima amara narrazione ci ha fatto impazzire dopo la seconda figuraccia, quella con i francesi, lì si è capito che era tutta una bugia, quella degli Azzurri Superstar. Era tutta una montatura mediatica, questo lo hanno anche scritto in molti.
Ci viene da chiedere ai vari media ma soprattutto all’Ufficio Stampa della Federazione il perchè di questo storytelling assolutamente fuori dalla realtà, una falsificazione o un errore? Una necessità da “mercato” o una tremendo imprevisto flop?
Forse tutto è stato creato ai fini della copertura degli sponsor? O ai fini della copertura dell’audience? Da qui diciamo che questa cosa non si può escludere, ma anche che costruire un sogno è una attività positiva, una fonte di gioia.
Il dubbio rimane: i responsabili della comunicazione federale hanno fatto finta che fossimo bellissimi sapendo di essere al massimo carini o erano convinti di esserlo? In tutti i casi un buco mediatico enorme. E qui i primi che non possono fare la ruota sono proprio loro: i comunicatori federali.
Dopo il disastro però la FIR non ha potuto raccontare questa volta di eminenze federali che portavano il saluto agli Azzurri, che si complimentavano ed abbracciavano un grande risultato. Niente foto e dichiarazioni di importanti ex Capitani che fanno foto in spogliatoio ed esprimono giubilo, fanno festa via media per l’ottimo lavoro svolto dalle strutture federali; forse perchè questa cosa non c’è, forse perchè…. beh lasciamo stare. Quindi niente ruota per loro. Soprattutto per loro.
E poi Kieran Crowley che aspetta i capitomboli finali e la sua ultima conferenza stampa da Head Coach azzurro per fare dichiarazioni che mettono in forte dubbio la reale necessità delle franchigie federali per il nostro movimento, accusa il loro metodo di lavoro e quello della FIR in genere. Possiamo o no essere d’accordo con lui, non è questo il tema, oggi vale solo ricordargli che uno dei super-capi di tutto questo era lui. Brutta cosa ci dica adesso tutto questo. Niente ruota anche per lui ma anche un po’ di vergogna.
Abbiamo negli occhi l’immagine dei giocatori portoghesi che tornano a casa e vengono accolti da una folla festante all’aereoporto, per loro ai Mondiali una vittoria di grandissimo prestigio (Fiji), un pareggio (di grande prestigio) e due sconfitte (previste). Un viaggio meraviglioso quello in Francia per loro, un ritorno che ha regalato “centomila punti” al piccolo rugby portoghese. Fate un “calcolo” della differenza con noi.
Avete capito bene “la differenza”, il disastro mondiale di questi Azzurri è una mazzata per il nostro sport In Italia, chi si occupa di ovale in Italia continua ad incontrare gente stupita per i numeri che ci hanno messo sulle spalle gli altri.
Nessun festeggiamento per i nostri giocatori Azzurri, è tempo invece si facciano una riflessione nella giusta solitudine del loro ritorno in Italia. Sperando non si facciano invece false illusioni ascoltando le “coccole” dei mammisti italici del nostro mondo ovale, tutta gente che non sa distinguere un professionista dello sport da un ragazzo di una Under10, perchè è sbagliato pensare che le responsabilità di questo disastro alla RWC23 non comprendano anche, e pure pesantemente, i giocatori.
Quindi niente ruota del pavone, nella foto che trovate qui allegata trovate l’unica ruota del pavone possibile: virtuale. Non ci rimane altro.